VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Xenia


Ho imparato l'addio
di Blumy


Ho imparato l'addio

Ho imparato l’addio dalla mia culla d’acqua,
l’amnio che mi nutriva e mi narrava la mia storia
nella lingua degli uomini.
Innocenza e sogno era ancora lo sguardo
dentro il blu della notte,
quando l’infanzia raccontava di stelle
che sfilavano via e nell’incanto,
nel mistero del brillio  c’erano tanti si.
Si per la mia piccola vita di bambina,
si per quelle notti a cielo aperto sfolgorante,
si purchè finisse lì, senza domande.

Il sonno mi ha raggiunto

Il sonno mi ha raggiunta mentre percorrevo
strade di rose, e non so ancora se fosse sogno
o se camminassi in un mondo parallelo
dove tutto è leggero, persino allontanarsi
da se stessi; con un battito di ciglia
salutare ciò che rimane intorno,
ciò che di noi veniva raccontato
e continuava. Adesso il battito cessava
o, forse, s’era assopito per un poco
e non c’era coscienza del distacco
nè dolore (come accade quando qualcuno
se ne va e non c’è nessuno a salutarlo).
Vorrei, quando la pioggia diventasse neve,
e poi la neve fango scuro,
addormentarmi tra le rose.

La bambina kamikaze

Io volevo essere scoppiettante, scintillante,
una stella a cinque punte,
essere una fioritura di luce e gelsomini,
vestirmi di lucciole e di luna,
andare in alto come fanno gli aquiloni,
contare fino a dieci e poi scoppiare
in atomi di luce, essere io la luce
in un gioco immaginifico,
un giogo che mi ha stretto dentro il buio ,
dopo lo scoppio mi ha trascinato in mezzo ai morti,
nel buio nella cenere nel nulla.
Io che volevo essere unica.


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