VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art

Eidola
Sonora
A cura di Emilio Piccolo


Demetrio Stratos
Metrodora

   
Segmenti uno
Segmenti due
Segmenti tre
Segmenti quattro
Mirologhi 1 (lamento d'Epiro)
Metrodora
Mirologhi 2 (lamento d'Epiro)

Le corde vocali vibrano non per l'aria sospinta dai polmoni ma per impulsi provenienti da centri celebrali (R. Husson, 1951). La teoria neurocronassica di Husson, dopo molti esperimenti, non è stata del tutto accettata dalla fisiologia moderna; in realtà tuttora non si sa esattamente da dove venga la voce... Oggi si parla della voce come di uno strumento difficile da suonare; ma contrariamente a qualsiasi altro strumento che può essere riposto dopo l'uso, la voce non si separa mai dal suo proprietario e quindi è qualcosa di più di uno strumento. L'ipertrofia vocale occidentale ha reso il cantante moderno pressoché insensibile ai diversi aspetti della vocalità, isolandolo nel recinto di determinate strutture linguistiche. È ancora molto difficile scuoterlo dal suo processo di mummificazione e trascinarlo fuori da consuetudini espressive privilegiate e istituzionalizzate dalla cultura delle classi dominanti.

Segmenti non è affatto basato su un repertorio di effetti sonori vocali, più o meno inediti. L'ordito della voce è qui portato alle sue estreme possibilità, introducendo l'elemento rumore attraverso l'onomatopea. Lo sbarramento volontario che frena la pressione dell'aria sospinta verso l'esterno dai polmoni non permette la fonazione totale; e le oscillazioni delle corde vocali in massima tensione fanno scaturire un accavallamento di scorie di armonici, tali da spingere al riso il profossero di canto o il laringologo (... cosa ridi, cretino! anche questa è musica - R. Ashley). Le cinque voci glissate determinano a volte un mosaico di armonici e sulla «zona di articolarione» le vocali sfociano in una consonante esplosiva. Questo «suicidio vocale» assume il significato di cristallizzazione di una dimensione catartica.

Mirologhi 1 (Lamento d'Epiro) recupera in modo critico e dialettico il linguaggio d'improvvisazione dei clarinettisti d'Epiro ed esprime un atteggiamento di primitiva energia rivissuto intensamente dal profondo, al di fuori di idealizzazioni posticce o scaltri sfruttamenti di una tradizione. A fianco della voce, Paolo Tofani elabora col sintetizzatore (Serge Tcherepnin Eletronic Music System) delle gocce sonore ottenute dalle frequenze di risonanza di due filtri V.C.F. modulati da un digital sequensor.

Mirologhi 2 mette in discussione l'improvvisazione del Lamento d'Epiro, essendo una vera e propria manipolazione del nastro precedente: sono in sostanza dei frammenti da esso casualmente estratti e ravvicinati. Ciò che ne risulta è un continuum sufficientemente significativo da avvalorare la tesi che la improvvisazione nel Lamento d'Epiro altro non sia stato che il recupero di frammenti inconsciamente selezionati e preregistrati.

Metrodora (ovvero come gridare e produrre qualsiasi suono con la voce). I frammenti dal codice medicoginecologico postippocratiano di Metrodora (celebre medico-donna attiva a Bisanzio nel VI secolo dopo cristo) hanno suggerito il testo di questa diafonia.
La prima voce esegue una formula rigorosamente ripetuta in 6/4, finché-dopo un'accellerazione progressiva- l'accento si sposta su 4/4.
La seconda voce usa dei frammenti diversi e può spostarsi liberamente.
In alcuni momenti le due voci sembrano alternarsi, come se una rispondesse all'altra (antifonia); accellerando progressivamente in parallelo, succede spesso che una delle due parti sembri anticipare o attardarsi nei confronti dell'altra, sebbene in realtà il loro incontro stabilisca sempre una tipica situazione di diafonia.

I materiali qui registrati vanno intesi come proposte di liberare con la maggior naturalezza possibile l'uso della voce. Per questo non sono presi in considerazione «trucchi tecnologici» per modificare il timbro della voce sono stati adoperati soltanto una corda, una cartina Rizla per sigarette e un bicchiere di acqua. Se una «nuova vocalità» può esistere dev'essere vissuta da tutti e non da uno solo: un tentativo di liberarsi dalla condizione di ascoltare e spettatore cui la cultura e la politica ci hanno abituato. Questo lavoro non va assunto come un ascolto da subire passivamente, «ma come un gioco in cui si rischia la vita» (J.J. Lebel).

Demetrio Stratos


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