VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art

Eidola
Sonora
A cura di Emilio Piccolo


Mario Marchisio
Il sipario della schiena

   
Il tuo sguardo
Socchiudo gli occhi
La morte di Caino
I miei cadaveri

Il tuo sguardo

Il tuo sguardo, mia gaia, è un’estate
Senza nubi, un sole calmo
Nella sua gloria di rubino:
E’ un dono silenzioso come il sangue: un’alba
Intarsiata nella neve.

E non dici di amarmi, tu accogli
Sulla fronte sorridendo
Tutto il buio dei miei giorni.
E non vuoi che ti lodi: facendo
Un dolce vento con le ali aperte
Guidi alla gioia: ne sei la fonte, ne sei varco tremendo!

Ascolta


Socchiudo gli occhi

Socchiudo gli occhi nel guardarti,
E tu coi baci ne chiedi la ragione.
No, non è la tua collana d’ambra
Che tanto mi abbaglia, non è la filigrana
Tenue degli orecchini, ma un sussurro,
Un canto della sapienza terrestre
Mai prima udito, alto sulle tue spalle
Come una luna rassegnata a crescere
Fino a inghiottire il mare.

Ascolta


La morte di Caino

E’ una collina grigia battuta dal vento.
A est, il primo artiglio del vento
Mette in fuga la nebbia e i ricordi dell’uomo
Perduto, stordito, le braccia e le mani gonfie,
La testa gonfia che ondeggia nel vento;
Ed ecco il secondo artiglio del vento
Piombargli alle spalle, strappargli la giacca:
La schiena è un sipario lungo il muro del vento
Che per un attimo si ferma, con l’ultimo artiglio
Frusta le cosce intirizzite, le piaga:
Sbeffeggia l’uomo con il suo sibili continuo.

E’ una collina dai folti cespugli. Da quello
Più tetro e lontano dall’uomo impaurito
- Ma che finora non ha mai detto una parola
Al vento che lo tortura o alla luce biancastra
Di luna che gli serra come un cappio la gola -,
S’avventano i cani, lo vanno a disfare.
Ombre confuse all’inizio, poi sagome grandi e nette
Piene di urli. Un po’ di polvere si solleva.
E quei denti s’imperlavano di bava.
Non è giorno né notte, è un punto fuori del tempo
Dove sangue, molto sangue, sopra Caino rivola.

Ascolta

I miei cadaveri

Quasi obbedissero a un cenno invisibile
I miei cadaveri bene allineati
La bocca adornano di sabbia amara.
E scendono alla bara.


Mani di marmo, capelli di stagno,
Di cosa parlano i fiori nel buio
Sopra quei volti che il sonno corrode?
Di quali mari e prode?

La rugiada che grida dentro il sangue

Ascolta

Mario Marchisio, Il sipario della schiena
Terziaria, Milano 2003

Voce recitante: Ilvo Abate; Realizzazione tecnica: Ugo Fiorina
; Ideazione: Sandro Montalto


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