1.
Le dame, i cavalieri senz'armi e molti afrori
                  2. Palpabile
silenzio
                  3. Per
un'insistita luce
                  
                  
                  
                  1.
Le dame, i cavlieri senz'armi e molti afrori 
                  C'era una
damigella 
                  un po'
accaldata e bella, 
                  disse al
vinattiere: 
                  ''Riempimi
il bicchiere!", 
                  la
sentì
il suo re 
                  e secco
brontolò: 
                  "Hai la
mia cantina sciocca vespolina!'' 
                   Lei
si fece scura 
                  come una
rondinella, 
                  calzò
l'armatura 
                  e gli rispose
dura: 
                  "Sire in
cantina portate la regina" . 
                  Lui si
fermò di botto 
                  guardando
giù di sotto 
                  "Mia dolce
passitina, sei tu 
                  la mia
regina. Andiamo a coglier fiori, 
                  è
meglio parlar soli" . 
                  La sera
era pastosa 
                  lui
sellò
un cavallo, 
                  l'aiutò
a montare 
                  sfilando
lo spadone 
                  di nota
dimensione. 
                  "Io sono
un po' tardivo, 
                  lento a
maturare, 
                  ma questo
è il giusto tempo 
                  per potermi
assaporare." 
                  "Sire son
vostra schiava, 
                  mi placo
nella botte 
                  di un
amor'sì
forte. 
                  " Ormai
in scura notte 
                  li vidi
galoppare 
                  e a tratti
scomparire, 
                  parole
non sentii 
                  tali da
riferire. 
                  I loro
castellani 
                  attesero
per molto 
                  lo
scalpitìo
vicino 
                  del loro
ritornare, 
                  poi seppero
di un luogo 
                  chiamato
Mia Regina 
                  in cui
scorre un ruscello 
                  dagli
infiniti
afrori: nespolo, 
                  mirtillo,
vaniglia, tuberosa 
                  e
chissà
cosa... chi sa cosa... 
                  da "Vinerotìe"
- 1996 
                  Lettura
                  
                  2.
Palpabile silenzio 
                       
- Sipario rosso 
                         
Nero avvolge- 
                                  
l'uomo 
                                  
che sul 
                                  
palco 
                                  
introduce la recita 
                  Palpabile
silenzio 
                                 
creato 
                                 
dall' evento 
                                                           
Silenzio 
                                                           
Silenzio 
                                                           
Silenzio 
                  E il teatro
è fatto. 
                  da "Da
luoghi incerti" - 1993 
                  Lettura
                  
                  3.
Per un'insistita luce 
                  Non è
finzione né invenzione 
                  che tra
affondo e risalita 
                  necessita
restar sospesi 
                  nel buio
di un fondale. 
                  Ma qui noi
siamo emersi, 
                  nel cerchio
del tuo letto 
                  lo stagno
ha un sogno esteso 
                  e tu radice
hai nel buio 
                  mio caldo
e nel mio seno. 
                  Due lacrime
- umido nell'umido- 
                  avrei voluto
darti, ma la gioia 
                  è
pianto breve e vedi amor mio, 
                  ora che
un po' di me il limite amo, 
                  mi fletto
al tuo confine 
                  di bianco
e melograno. 
                  Sei natura
e splendore 
                  nei tuoi
angoli acuti 
                  e di te
conosco stanze 
                  larghe
d'improvviso. 
                  Ami di me
quello che 
                  a nessuno
ho permesso. 
                  Tu di me
conosci la segreta luna 
                  ed io di
te disvelo il sole ombrato 
                  (pure notte
e nebbie di te io amo) 
                  Ora di me
angelo e custode, 
                  espugni
dal silenzio 
                  il liquido
mio gelo. 
                  Non rimproverarmi
gli anni negati 
                  io non
ti imporrò le assenze 
                  di memoria
che ormai non so colmare. 
                  Ritroverai
in una piazza senza platani 
                  il ricordo
di un momento che al tempo 
                  torna breve.
                  
                  Mi germini
nel petto e 
                  mi germogli
sangue. 
                  Nei nostri
nomi 
                  ripetuti
per conferma 
                  s'appiana
ogni rivolta. 
                  Vengo a
te mancante 
                  e forse
mi perdoni. 
                  Ti dico
che sei angelo 
                  di corpo
e sangue e 
                  l'ala che
mi stendi 
                  su occhi
e bocca 
                  non è
farmaco ne medicamento 
                  ma pura
verità che si fa vera. 
                  Aspetterò
il tuo ritorno nuda 
                  sul bianco
del ricamo, 
                  dalle
finestre
a guardare 
                  il tuo
passo 
                  che nel
ventre mi sale. 
                  Rallenterai
il venire per 
                  farmi
soffrire
d'attesa, 
                  aprirai
la porta, aprirai la bocca, 
                  riceverai
il mio pianto, la mia gioia 
                  e il
dileguato
silenzio. 
                  Mai più
dirò che sono qui per te, 
                  mai
più
saprai quel che volevo dirti. 
                  Eppure non
c'è parola che non 
                  potrei
donarti, ne ansa di me 
                  in cui
tu non possa trattenerti. 
                  Se tu sei
su di me o su di te io, 
                  nessuna
ombra più ci tormenta. 
                  Saremo,
tu lo sai, 
                  la
somiglianza
di 
                  una
unità
che non 
                  s'interrompe
mai. 
                  da "Disobbedienza
d'amore" - 1998 
                  Lettura
                  
                  Voce
di Daniela Jannace