VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art

Eidola
Sonora
A cura di Emilio Piccolo



Mariella De Santis
Disobbedienze

   
1. Le dame, i cavalieri senz'armi e molti afrori
2. Palpabile silenzio

3. Per un'insistita luce


1. Le dame, i cavlieri senz'armi e molti afrori

C'era una damigella
un po' accaldata e bella,
disse al vinattiere:
''Riempimi il bicchiere!",
la sentì il suo re
e secco brontolò:
"Hai la mia cantina sciocca vespolina!''
 Lei si fece scura
come una rondinella,
calzò l'armatura
e gli rispose dura:
"Sire in cantina portate la regina" .
Lui si fermò di botto
guardando giù di sotto
"Mia dolce passitina, sei tu
la mia regina. Andiamo a coglier fiori,
è meglio parlar soli" .

La sera era pastosa
lui sellò un cavallo,
l'aiutò a montare
sfilando lo spadone
di nota dimensione.
"Io sono un po' tardivo,
lento a maturare,
ma questo è il giusto tempo
per potermi assaporare."
"Sire son vostra schiava,
mi placo nella botte
di un amor'sì forte.
" Ormai in scura notte
li vidi galoppare
e a tratti scomparire,
parole non sentii
tali da riferire.
I loro castellani
attesero per molto
lo scalpitìo vicino
del loro ritornare,
poi seppero di un luogo
chiamato Mia Regina
in cui scorre un ruscello
dagli infiniti afrori: nespolo,
mirtillo, vaniglia, tuberosa
e chissà cosa... chi sa cosa...

da "Vinerotìe" - 1996

Lettura

2. Palpabile silenzio

      - Sipario rosso
        Nero avvolge-
                 l'uomo
                 che sul
                 palco
                 introduce la recita

Palpabile silenzio
                creato
                dall' evento

                                          Silenzio

                                          Silenzio

                                          Silenzio

E il teatro è fatto.

da "Da luoghi incerti" - 1993

Lettura

3. Per un'insistita luce

Non è finzione né invenzione
che tra affondo e risalita
necessita restar sospesi
nel buio di un fondale.

Ma qui noi siamo emersi,
nel cerchio del tuo letto
lo stagno ha un sogno esteso
e tu radice hai nel buio
mio caldo e nel mio seno.

Due lacrime - umido nell'umido-
avrei voluto darti, ma la gioia
è pianto breve e vedi amor mio,
ora che un po' di me il limite amo,
mi fletto al tuo confine
di bianco e melograno.

Sei natura e splendore
nei tuoi angoli acuti
e di te conosco stanze
larghe d'improvviso.

Ami di me quello che
a nessuno ho permesso.

Tu di me conosci la segreta luna
ed io di te disvelo il sole ombrato
(pure notte e nebbie di te io amo)

Ora di me angelo e custode,
espugni dal silenzio
il liquido mio gelo.

Non rimproverarmi gli anni negati
io non ti imporrò le assenze
di memoria che ormai non so colmare.
Ritroverai in una piazza senza platani
il ricordo di un momento che al tempo
torna breve.

Mi germini nel petto e
mi germogli sangue.
Nei nostri nomi
ripetuti per conferma
s'appiana ogni rivolta.

Vengo a te mancante
e forse mi perdoni.
Ti dico che sei angelo
di corpo e sangue e
l'ala che mi stendi
su occhi e bocca
non è farmaco ne medicamento
ma pura verità che si fa vera.

Aspetterò il tuo ritorno nuda
sul bianco del ricamo,
dalle finestre a guardare
il tuo passo
che nel ventre mi sale.

Rallenterai il venire per
farmi soffrire d'attesa,
aprirai la porta, aprirai la bocca,
riceverai il mio pianto, la mia gioia
e il dileguato silenzio.

Mai più dirò che sono qui per te,
mai più saprai quel che volevo dirti.

Eppure non c'è parola che non
potrei donarti, ne ansa di me
in cui tu non possa trattenerti.
Se tu sei su di me o su di te io,
nessuna ombra più ci tormenta.

Saremo, tu lo sai,
la somiglianza di
una unità che non
s'interrompe mai.

da "Disobbedienza d'amore" - 1998

Lettura

Voce di Daniela Jannace


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