VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Gatti rossi
Del situazionismo ed altre cose
a cura di Emilio Piccolo



Luther Blissett o del rifiuto del lavoro
di Mario Golgonooza

   
Il compagno Luther sapeva bene che la sua vita quotidiana era mezzo e scopo della lotta. Venduto dal mercante di suoni e di parole Elton John al Milan pre-berlusconiano, si caló immediatamente nella condizione di produttore immateriale di potere simbolico, ribaltandone il senso e riaffermando il conflitto in ogni suo gesto. Solo il tifo cieco dell'etá acerba mi spinse allora a desiderarne la morte per quei palloni così crudelmente malmenati, o per quello stop sbagliato contro la Roma, su un passaggio rasoterra giunto quasi inerme sino a lui. In realtá lui stava sabotando, imponeva all'immaginario di ottantamila produttori-consumatori il gesto del cuneo di legno, il sabot, infilato dall'operaio nell'ingranaggio della macchina; e anticipava, al tempo stesso, il virus del computer della societá di controllo e comunicazione. Blisset si sottraeva all'integrazione sistemica, capiva che il capitale è un parassita che succhia quanto di più umano c'è in te. Il gioco del calcio era pratica di interazione, comunicazione, intelligenza e conoscienza, che lui vedeva veicolarsi verso la valorizzazione della merce.

Decise allora di non essere un'interfaccia di quel meccanismo, decise di interrompere la comunicazione, di essere un cortocircuito vivente. Così incominció ad aggirarsi apparentemente distratto per il campo, ma in realtá ben vigile, attento a non raccogliere nessun segnale proveniente dagli altri rossoneri né, tantomeno, ad inviarne. Doti di preveggenza certo non gli mancavano. Non a torto egli vedeva nei compagni potenziali agenti del capitale; in quella fucina si formeranno infatti i Baresi, i Tassotti, l'ossatura di quella macchina produttrice di immaginario di dedizione e di etica del lavoro che sará il Milan dei grandi trionfi.

Non mancava inoltre di diffidare dell'ala progressista dello spogliatoio: per tagliar corto rifiutó ogni subdolo invito del portiere Terraneo che, sotto forma di lunghi lanci, gli suggeriva la partecipazione al gioco. Così anche a Milanello smise di parlare con chicchessia.

Divenne allora invisibile, impossibile da rappresentare in funzione del legame sociale; una vera mina vagante pronta a riaffiorare ogni Domenica in modo inaspettato, con un gesto inconsulto che spezzava la gelida normalitá del sistema-calcio. Questo autentico rivoluzionario puntó tutto sull'autovalorizzazione, creandosi una nicchia di libertá fondata sulla sistematica sottrazione di ricchezza al ciclo della valorizzazione.

Non si hanno più notizie, ma io immagino questo territorio come un luogo del tempo spezzato, uno spazio in movimento tra Brixton e i Caraibi dove ancor oggi qualcuno costruisce sapere e relazione. Lì il piacere ha più senso della rinuncia, in funzione di un progetto estraneo alla felicitá. Forse il solo ritmo reggae della natia Giamaica detta il tempo di vita nell'intersitzio in cui si gettano le fondamenta della rivoluzione.

Lutero, il bombardiere nero, uno di noi.


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