Vico Acitillo 124
Poetry Wave

Recensioni e note critiche

Raffaele Piazza: Sentire
di Antonio Perrotti



Sentire le piante del bene e del male
(occasioni di uomini e visi),
nevicato inverno tra strade e pensieri
da percorrere, fino al fiorevole senso
se ti togli il mistero della gonna.
 
Meraviglie d'autunno a portata
di mano, il ramo dalla foglia gialla
di altra storia (scrivi sul muro
in trasgressione tipo writing
frasi che gli angeli tradurranno
in lingue morte e vive).
 
Sentire le cose della vita gli strumenti
ad angolo col mondo, il computer,
Internet, rosa di e-mail emozioni
sudate da captare al varco
di questo albero cavo del 2000.

 
Sin dalla tripartizione grafica della lirica si può evincere una chiara tripartizione concettuale
in tre distinti movimenti poetici che sviluppano "storicamente" la trama di una vicenda umana:
l'incontro dell'uomo-poeta con un indefinito e montaliano Tu-femminile.
Le "occasioni di uomini e visi" del v.2 sono, al contempo,occasione di incontro, di relazione,
ma anche, naturalmente, di scelta e di una scelta precisamente etica, in quanto nel "sentire le piante
del bene e del male", cioè nel discernimento chiaro del Bene dal Male, l'io del poeta si sente obbligato
ad operare una scelta, drammatica perchè definitiva e assoluta. Se il "nevicato inverno" del v.3,
evocando un'emozione di candore, prefigura una sete di purezza e un'aspirazione al frutto
della "pianta del bene", subito sopraggiunge l'aspirazione (tentazione!) trasgressiva di lasciare la pura
e intatta via del pensiero ("pensieri da percorrere" come fossero vie spirituali), di abbandonare l'emozione
astratta per godere di quella concreta offerta da un "fiorevole senso" tutto da scoprire dietro quella gonna
che quasi diventa enigma da risolvere attraverso la chiave dell'istinto.Dunque il primo movimento si chiude
con il desiderio (avvertito come trasgressivo, proibito) di sublimare un incontro di visi e di sguardi
nella sensazione.
Eppure, l'avvicinarsi di quel "fiorevole senso", la prospettiva dell'unione carnale evoca nell'animo un'emozione
autunnale (secondo movimento), lì dove l'Autunno è segno di senescenza, via della morte, lì dove il corpo
di donna è, sì, meraviglia a portata di mano, ma meraviglia autunnale, dal sapore ingiallito del peccato,
nell'ombra di un oscuro tradimento di qualcosa che l'io ritiene essere ciò in cui crede (l'inviolabilità del patto
coniugale), come il frutto proibito che anche per Adamo era a portata di mano.E sopraggiunge un senso
di perduta verginità in quella foglia ingiallita sul ramo, ingiallita perchè proveniente da "altra storia",
ingiallita dal passaggio di altra vita.Allora non resta che una orgogliosa reazione di purità (terzo movimento):
il rapporto deve ridursi a comunicazione d'anime, in cui tutto ciò che è corporeo sopravvive solo nel writing
trasgressivo che lascia segni su di un muro, ultima possibilità di comunicazione.L'Angelo-messaggero
si presenta, dunque, come segno non solo di significati espressi, ma anche come segno etico di quella scelta
del bene che si realizza, sì, in uno scambio di sensi ma solo di quelli dell'anima, diremmo a distanza,
attraverso il miracolo della o delle scritture, da quelle antiche e forse non più comprensibili (lingue morte del v.11)
a quelle vive e moderne ("strumenti ad angolo con il mondo"). E nell'ansia di un "messaggio" che perpetui
l'incontro occasionale con tale Tu-femminile, in ogni forma, pure tecnologica ("rosa di e-mail"), si chiude la lirica,
facendo del tempo presene (il "2000", tanto mitologico nel Piazza), appunto un mito ancora da raccontare,
una favola ancora da scrivere, un "albero cavo" che bisogna ancora riempire si senso. 


Indice recensioni e note critiche
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Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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