Vico Acitillo 124
Poetry Wave

Recensioni e note critiche

Pietro Aloise, Insostenibili tremori
di Antonio Spagnuolo


Pietro Aloise, Insostenibili tremori
Ed. Midas, pagg.80, s.i.p.

L’inevitabile corrosione del tempo, la sua tragica corsa verso la fine, proiettando la vita nella drammatica scia del finito, e lasciando troppo spesso irrealizzato il sogno di ogni poeta, creano, fra le pagine di questo agile volume, un’atmosfera che  gioca l’inevitabile scomparsa del quotidiano con una ricchezza di immagini e colorati frammenti, sempre di pregevole fattura.

La prefazione, piana e suggestiva, di Lucio Dalla, nella sensibilità propria dell’artista, riesce a predisporre il lettore ad una fruizione attenta dello “scritto”.

“…i pensieri 

si affacciano ansimando
per togliermi
quel poco d’aria che inspiro
su questa graticola
e illanguidito
dal miraggio che coltivo
rotolo abbeverandomi
nel tuo inconsapevole
incendio…” (pag. 11)

L’insistere frequente di quell’ansia caratteristica che si snoda fra le briglie di una religiosità incoffessata, di una vaga accettazione del destino, di una sentimentale piegatura dell’incompiutezza, fa si che i componimenti di Pietro Aloise dispieghino la nostra fantasia, nella speranza di allontanare le nebbie, per svincolarci dalla nostra stessa solitudine, per sillabare il luogo remoto della nostra rinuncia.

“…Accoglimi nel tuo letto

e questa gioiosa incoscienza
che vivi fanciullescamente
la scoprirai più noiosa
di un lamento nel deserto.
Avvampami
e Dio ti sembrerà
uno sciamano” (pag.18).

Gli spiragli, gli ammiccamenti, affiorano di continuo nei finali o nelle clausole ritmicamente elaborate a dimostrare una coerenza di dettato, che rende l’intensità della scrittura fascinosamente adattata alle dimensioni della “memoria”.

  
19 aprile 2003
Indice generale
Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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