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Poetry Wave
 

Recensioni e note critiche
Destino di libertà: la poesia rivelativa di E. Bonessio di Terzet
di Alberto Cappi


Accade che nel viaggio testuale di Ettore Bonessio di Terzet il peregrinare sia sonda di una scrittura che rinviene nella piega del pensiero la visionarietà: Visioni del Viaggio, appunto. E se prima del cammino c’è una sosta, questa è la soglia che consente l’attraversamento del dire quando chiede d’interrogare il silenzio, perché, già dagli Antefatti, si scateni  il vedere altro e altro si accompagni a costituire il rigo.

E’ per tanto che in un’aria constativa si può praticare l’esercizio della libertà e avvicinare così in sillaba il destino. Il fenomeno è di stretta risonanza poetica: intende chiamare a sé il ritmo della voce, il colore dell’indistinzione tra natura e cultura fin che arte non avvenga; e chiama a sé una sensorialità sempre all’erta che passa per lo sguardo: E’ uno sguardo che non disdegna il passo del leggendario, se ad esempio in “ Finisterre “, irrompono l’eco di Eliot e di Archibald MacLeish innalzando la citazione ad atto.

Questioni di Dettagli: le cose sono la terra e la terra è nell’avventura della parola. Nell’avventura il poeta viandante si ritrova separato, la meta si porge indistinguibile, eppure è la fermezza della lettera che lo accerta che tutto è abitato dallo spirito dell’enunciazione.

Il percorso scandisce propri Momenti: città come luogo d’occasione del verbo, storia dell’oggi trasformata da una pittura fonale finissima, temporalità del figurativo sempre desta a realizzarsi.

Nella maturità stilistica del verso si fa viva l’anima letteraria; quasi una lettera dantesca spedita agli amici, la poesia sigilla il progetto, le intenzioni.

Che sarà, alla fine, dell’hopkinsiano naufragio? In Titanic e ( tra parentesi ) mimesi e diegesi degli affetti e delle pulsioni ci porgono la poesia come fede irrinunciabile, lanciata oltre la catastrofe. Poesia quale futuro, salvifica rivelazione di là della morte dell’uomo.


4 febbraio 2002

Indice generale
Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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Otto Anders