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Poetry Wave
 

Recensioni e note critiche
Davide Stimilli, Fisionomia di Kafka
di Antonio Spagnuolo



Davide Stimilli, Fisionomia di Kafka, Bollati Boringhieri, 2001
pagg. 120, L. 28.000

L’immagine psicologica di Kafka è stata più volte proposta dagli autori più impegnati e dai critici più agguerriti. Qui si offre il dominio interpretabile di un soggetto che della sua identità ed individualità aveva  durante la vita dato decifrazioni cangianti e sorprendenti.

“Ho persino un bell’aspetto, c’è sempre in ufficio della gente che si preoccupa di controllare quotidianamente il mio aspetto. Così dicevano dunque.”

Privo di ogni speranza lo scrittore cercava, nella finzione del dialogo con la pagina, di rappresentare la propria tristezza ed inquietudine, per la quale l’animale uomo, dotato si sentimenti, è sottoposto ad un continuo logorio, vivendo tra il limite angoscioso del romantico o del drammatico, perduto nell’astratta compiutezza dell’infelicità e senza quegli strumenti adatti alla sdrammatizzazione nel vissuto quotidiano.

Stimilli in questo suo inappuntabile lavoro di scavo mette bene in luce le varie “metafore” che sono per Kafka uno degli strumenti più validi della sua scrittura.

E su questo senso e attraverso questi versanti vengono rilevate testimonianze dirette ed indirette sull’aspetto singolare dello scrittore: un aspetto che punteggia nel romanzo, nelle pagine più accattivanti dei dialoghi, nelle immagini ripetute di personaggi e figure.

“liberare in se stessi l’indistruttibile” rende necessaria una memoria che sottragga sia le divinità, sia la colpevolezza della condizione umana, sia l’innocenza antecedente al peccato originale.

Raramente un libro del genere riesce a provocare il lettore con tanta arguzia e così accuratamente sorprendente, come la misura e la severità di queste pagine sanno proporre.

 
11 settembre 2001
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Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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Otto Anders