VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
I poeti di Otto Anders


Martin Matz

   
Sotto l'influsso di Mozart
So dove gli arcobaleni vanno a morire
Quando blues e angoscia prosperano



Sotto l'influsso di Mozart
per Camillo e Hannelore De Lellis

Ritmi misteriosi
palpano l’atlante del mio cuore
dove ho vagato per molte mezzenotti
attraverso un giardino
di clavicembali arancione e fagotti d’argento
sono il vagabondo perpetuo
il viaggiatore insaziabile
il nomade mistico
per sempre in movimento
verso qualche strano orizzonte
di dimensioni sconvolte
e sogni caotici
sono lo stregone chimerico
l’incantatore danzante
l’imperatore contorto
il clown a testa in giù
il folle che puzza di pazzia
e del sudore del tempo
sono il grande avventuriero
il viaggiatore magico
l’esploratore eterno
intrappolato
oltre l’ultimo orlo
dove gli unicorni cantano
e il cielo ronzante di limone
è solo un’altra guida inutile
verso paesaggi inesplorati
di pietre angolari e sorrisi inscrutabili
ciò che dicono non ha verità
gerundi e giullari
lanciati dalla luna
non un’anima canta lassù
nessuno piange
nessun sogno demoniaco
nei denti di pianeti di ambra
che splendono su oceani imprevedibili di squali leggendari
che sbattono le loro code di alabastro
contro le stelle
un silenzio di ossidiana scende risuonando
il ricamo erode la giada
un vento di ananas
segue i percorsi
di un settembre ferito
verso quel luogo
dove un vecchio
ripieno di sussurri di avorio
se ne sta sotto un lampione dimenticato
e annuisce all’inverno
sono perduto
la mia gola brucia
la mia bocca è piena zeppa
di polvere di specchi infuocati
e nuvole piagnucolanti
sono avido
di ore
di minuti
di secondi
di frazioni di parti
mi perderò
in una foresta di gardenie ululanti
e orologi fossilizzati
dove pesci alchemici
batteranno il tempo giusto
mentre l’eternità si raddoppia
senza ripetersi
nelle sonate interrotte dell’alba

So dove gli arcobaleni vanno a morire
sulla morte di Bob Kaufman
 

So dove gli arcobaleni vanno a morire
ho seguito le tue orme
attraverso una strana terra inesplorata
dove i sospiri d’argento cercavano di nascondersi
sotto ombre dementi
e cieli di oboe
insieme camminammo attraverso una città di fiaba
di verde allucinante
e sfinimmo di parole
mille notti fiammanti
mentre il tuo cuore sofferente
batteva le sue ossa
a tempo con i suoni brillanti degli uccelli
sulle strade al neon di schemi assassinati
si io ero là
e ho visto il tuo amore proclamato
in un sorriso fratturato
come i titoli di ieri stampati in sangue
sulle ali di un calabrone
e sì
porterei i tuoi occhi
il 12 gennaio
l’alba sorse
cantando il blues
il calendario si disfece
davanti al volto di quella domenica ferita
e persino le sequoie piansero
al tuo passaggio
ma nessuna campana suonò nelle viscere dell’inverno
la lumaca non ringhiò
all’orologio dell’avo
né rose crebbero
dalla coda di una cometa arrugginita
solo una stella marina in lana vagò
sulla spiaggia dei pianeti rubati
quando una lucertola tatuata
perse il suo abito di freddi echi
mentre tu ballavi con il grande re di Harlem
lungo i vicoli del paradiso
verso un tripudio di ombrelli fiammeggianti
ricordo gli stipiti
dove antichi spacciatori si appoggiavano
e vendevano le loro bustine di sogni da venti dollari
ai bisognosi
e poeta
ti ho visto comprare la verità
in un palloncino rosso
e come un mitico alchimista
hai cotto il sangue delle stelle
ma al posto della morte
ricavasti musica dal tuo cucchiaio

Quando blues e angoscia prosperano

Volti notturni di città brillano
  con irreali colori al neon
   cartoni animati da un manicomio
  sul filo tagliente
tronchi indistinti si muovono su piedi
 incollati a  macine
   che non vanno da nessuna parte
 tip tap click
  suole di stivali sul pavimento
la sezione dei ritmi urbani
   tiene il tempo
 per assoli pazzi
  che si trascinano su strade senza fine
   ed animano
  le ore dopo mezzanotte
 quando blues e angoscia prosperano
quando strade e viali
  sono illividiti di bugie
    e bestemmie borbottate
 e le uniche cose in vendita
  sono misurate a cucchiai
il nostro mondo si è ristretto amici miei
 si è omogeneizzato
un deposito transitorio
  dove solo la poesia
 può dire la verità
   ma tutto quello che sentiamo
    da ogni parte
  sono anime che gemono in monolocali
     e balbettio incoerente.


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