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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Poesie dei giorni dispari
31 maggio 2000



Pietro P. Daniele - Emilio Piccolo
Oh questi voli d'angelo

 
oh questi voli d’angelo alla ricerca
delle mani di dio
scomparse nelle pieghe dell’universo
questi slittamenti
e rallentamenti
di sensi intelletto e cuore
come i tram di notte sulle rotaie
lucide di pioggia e consunzione
che le guardi
e sembrano non finire mai
come se qualcuno avesse progettato
di ricoprire il mondo intero
di spazi ordinati
di scadenze e appuntamenti
mentre tu ripensi a Monsieur Teste
a Pound e qualcun altro
e dentro ti scattano per fortuna
eruzioni terremoti
e progetti rigorosi di disinfestazione
ché di tanto in tanto l’erba va falciata
e solo così i giardini pubblici
sono tutti da calpestare
a piedi nudi alle 5.00 del mattino
un mattino qualunque
in cui se uno stuolo di angeli vendicatori
teste tagliasse e braccia e piedi
là nelle case di spaccanapoli
o sulle colline del vomero
il problema
l’unico
importante
sarebbe organizzare posti in ospedale
e visioni telematiche
quelle fuori dell’iride e del ventre
e parole biascicate sui computers
da mettere in ordine bello e sparso
sui giornali della sera
in bell’ordine funerario
che non ci sia uno strappo
nei veli dei sogni né interruzioni
nelle pisciate allegre in compagnia
in redingote e doppiopetto
giù a via dei mille
nelle case belle che sanno d’antico
di nervi saldi di morali e gesuiti
sotto mutande costose
e reggiseni senza ferretti oh questi voli d’angelo
che una volta al minuto ti fanno morire
come stessi al lunapark
dove si cresce
per accelerazioni di movimenti e d’impatti
di spigoli mentali
d’impacchi e pacchi culturali
da trasferire all’ingrosso
su ordinazione
oggi per domani
da dortmund a pittsburgh via casavatore
per allegria
per costruirsi un sogno
per rivisitare memorie e scale e fiche profumate
come dopo una canna
un litro di vino
un amore imprevisto
perché da domani stesso, mi raccomando,
è necessario aggrapparsi all’ultimo tram della notte
all’ultimo gratta e vinci
all’ultima donna che s’innamora di te
per incontinenza
perché non ha nulla da fare
per i mille giorni e le mille notti che ti ha cercato
e poi con calma provvederemo
a trasferire a piazza del plebliscito
il centro del lunapark
quello degli occhi di un corvo
di un venditore levantino
di una donna che vorrebbe soltanto scopare
senza tempo e senza pietà
senza gioia e senza regole
perché le sta bene
perché le va come le va
perché gli accoppiamenti sono così
un giorno ti svegli e pensi che tutto sia facile
senza costruzioni e senza cultura
senza videogames e senza scacchi
senza nominarsi e senza spendersi
e un giorno che le mani di dio
le trovi a costruire un altro mondo
sospeso fra le leggi e i voli degli angeli
le cadute e le redenzioni
un mondo provvisorio, dico,
quello delle visioni dei santi
dei poeti
degli ubriachi
quando una folla che è nella testa
esce allo scoperto
di gnomi folletti e uomini sapienti
e vedi
al di là degli oggetti
con gli occhi granulari delle mosche
un mondo a strappi e senza confini
teso tra le cosce e i tuoi occhi
teso come il ventre teso delle donne coraggiose
così che di lì a un giorno a un mese o chi sa quando
ce ne andremo, amore, come gli angeli
in attesa che dio la smetta di sognare


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