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Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Ianus

A cura di Giuliana Lucchini


Wendy Cope

   
Fiorenza Mormile: Wendy Cope e il Natale difficile dei single
Notizia su Wendy Cope


 

Fiorenza Mormile: Wendy Cope e il Natale difficile dei single

Nel suo “ Al culmine della disperazione” Cioran distingue tra due tipi di ironia: quella tragica di chi ha sofferto, e quella a buon mercato dei superficiali . Se in entrambi i casi l’ironia disdegna il gesto ingenuo e spontaneo, ponendosi al di là dell’irrazionale e dell’innocenza, diverse sarebbero, però, le cause di questo atteggiamento: alcuni, infatti, la spargerebbero come un veleno corrosivo per sprezzo degli altri, per mancanza di partecipazione e di amore, spinti dal loro orgoglio e dal loro senso di superiorità, mentre i “veri” ironici la userebbero come una corazza, una maschera difensiva al posto di una lacrima o di uno spasimo per la perdita traumatica della loro originaria (forse eccessiva) partecipazione ingenua all’esistenza , come un argine al crollo dei loro valori vitali.

Nel caso dell’autoironia, poi, la matrice sarebbe senz’altro quella tragica, espressione della disperazione di chi ha perduto questo mondo e insieme se stesso. Subentra allora, dice ancora Cioran, “ un riso amaro, velenoso e sinistro (…), e sulle rovine dei sorrisi dolci e carezzevoli dell’ingenuità appare il sorriso dell’agonia, più contratto di quello delle maschere primitive e più definitivo di quello delle statue egizie.” 

Forse Cioran è un po’ troppo drastico , in particolare su quest’ultimo punto:

-l’esperienza del dolore a volte chiude, a volte apre nei confronti del prossimo-,

ma in questa premessa la sua lucida analisi concorre ad evidenziare le implicazioni sottese alla qualità ironica della poesia di Wendy Cope.

Quanto alla sua “leggerezza”, già in “Wendy Cope: l’ironia della Musa”(Poesia 104) M. Paola Bartocci trovava la definizione troppo riduttiva, se limitata all’accezione più comune, arricchendola di quella che Calvino chiama leggerezza della pensosità, antitetica alla leggerezza della frivolezza: “ La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso.” Leggeri come l’uccello e non come la piuma, per citare Valery.

Tornando al primo punto, per la Cope, oltre che d’ironia (e di autoironia) sembra più opportuno parlare di humour, non nel senso grottesco che assume in Pirandello ( dove il sentimento del contrario vela di pianto lo sguardo dapprima inclemente dello scherno), quanto piuttosto nel percorso inverso: nella modalità, attribuita da Calvino esemplarmente al sommo bardo, consistente in “quella speciale modulazione lirica ed esistenziale che permette di contemplare il proprio dramma come dal di fuori e dissolverlo in (…) una speciale connessione tra maliconia e umorismo, dove la malinconia è la tristezza diventata leggera e lo humour è il comico che ha perso la pesantezza corporea. (…) “non una melanconia compatta e opaca, ma un velo di particelle minutissime di umori e di sensazioni, un pulviscolo di atomi come tutto ciò che costituisce l’ultima sostanza della molteplicità delle cose.”

La Cope ha il merito di saper condensare questi vapori malinconici nel nitore di lucidissimi versi, di rime affilate presentate nella sottomodulazione di un’eleganza “casual”, che da un lato le ha giustamente garantito la fiducia di una casa editrice come la Faber, dall’altro la gratificazione di un largo successo di pubblico anche non specialistico.

1. A Christmas Poem

At Christmas little children sing and merry bells jingle,
The cold winter air makes our hands and faces tingle
And happy families go to church and cheerily they mingle
And the whole business is unbelievably dreadful, if you’re single.

Una poesia di Natale

A Natale cantano i bimbi, tintinnano allegre campanelle,
l’aria del freddo inverno di viso e mani ci fa tirar la pelle
e famiglie felici vanno in chiesa, mescolandosi liete nella folla
e non sai come l’insieme sia penoso se tu sei zitella.

2. Bloody Men

Bloody Men are like bloody buses-
You wait for about a year
And as soon as one approaches your stop
Two or three others appear.
You look at them flashing their indicators,
Offering you a ride.
You’re trying to read to destinations,
You haven’t much time to decide.
If you make a mistake, there is no turning back.
Jump off, and you’ll stand there and gaze
While the cars and the taxis and lorries go by
And the minutes, the hours, the days.
 
Dannati maschi

Dannati maschi, come i dannati bus-
tu aspetti, magari per un anno

e appena uno ti si accosta alla fermata

ne spuntano altri due o tre.

Li guardi mentre accendono le frecce,

offrendoti una corsa.

Cerchi di leggere le destinazioni,

hai solo poco tempo per decidere.

Se fai uno sbaglio, non c’è più ritorno.

Salta giù, e starai là a guardare

mentre le auto e i taxi e i camion se ne vanno

con i minuti, con le ore, i giorni.

3. Kindness to Animals

If I went a vegetarian

And didn’t eat lambs for dinner,
I think I’d be a better person
And also thinner.

But the lamb is not endangered

And at least I can truthfully say
I have never, never eaten a barn owl.
So perhaps I am OK.

Delicatezza verso gli animali

Se diventassi una vegetariana
e per cena non mangiassi dell’agnello
come persona sarei, penso, più sana
e pure con un fisico più snello.
Ma l’agnello non rischia l’estinzione
e posso dire almeno senza esitazione
che mai, giammai ho divorato una civetta,
pertanto, forse, sono già corretta.

da Wendy Cope, Serious Concerns, Faber and Faber, 199:
Copyright Wendy Cope 1992 (Traduzione di Fiorenza Mormile)

Queste traduzioni sono state pubblicate (insieme ad altre) su Fermenti 222 (Novembre 2000) in “Tra sense of humour  e ironia: la leggerezza pensosa di Wendy Cope” a cura della stessa Mormile, da cui è estratta anche l’introduzione ai testi.

La poetessa inglese Wendy Cope è nata a Erith (Kent) nel 1945 e dal 1994 residente a Winchester.
I suoi libri di poesia (Making Cocoa for Kingsley Amis; Serious Concerns, pubblicati dalla Faber and Faber) hanno raggiunto in patria un altissimo volume di vendite, ( sulle cinquecentomila copie). Dal 1993 è Membro della Royal Society of Literature ed ha ricevuto vari riconoscimenti anche all’estero (American Academy of Letters Michael Braude Award for Light Verse 1995).
In Italia una sua scelta antologica di 16 poesie è uscita sul numero 104 (Marzo 1997) di Poesia, a cura di M.Paola Bartocci “Wendy Cope: l’ironia della Musa. La poesia “A Christmas Poem”, è citata, tra l’altro, ne “Il diario di Bridget Jones”, bestseller di Helen Fielding recentemente pubblicato nei Super Pocket Sonzogno nella traduzione di Olivia Crosio.


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