VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Valeria Serofilli

   
Temporale d’estate a Terracina
Il colore della vita II
Come in un quadro
Il tempo dell’amore
Il lustrascarpe
Presepe di mare
Pan per focaccia




Temporale d’estate a Terracina

Un che di folle nell’estate.
Quel boato che improvviso ti leva al sole,
rimbomba e ti sfolla
e tu di corsa, prendi gli asciugamani e scappi…
e palette piantate nella riva,
e castelli decorati a mezzo e sfatti.

E’ vero. C’è follia
nello stare in piedi a riva
ché la sabbia ti manca alla prim’onda
e t’ingoia
e t’ingloba nel contesto
se a spostarti più in là tu non sei lesto.

Temporale d’estate
e in un secondo
più nessuno ad intaccare quella spiaggia.

Solo io a cogliere quel raggio,
io soltanto ad intercettare un varco…

Il patino ritorna dal suo giro d’acqua
e acqua a rallentarne la corsa.

Con me coraggio infantile od incoscienza
di calciare un pallone sulla sabbia.
 

Il colore della vita II

I
Ho camminato la città
senza te, occhi curiosi:
tutto in bianco e nero.
Non Bobo con Cocco e Balù
né streghe e fatine per la strada.

II
Ho camminato la città
senza te,
ed i negozi
non vetri colorati
ma specchio della mia solitudine.
 

III
La città ho camminato
senza i tuoi occhi
a guizzo di pensieri
mille a mille,
ciglia tese a caccia di sorprese.
 

IV
Tenero germoglio,
il colore della vita
al mio ritorno.
 

Come in un quadro
(quadro di donna)

La luce riverbera sul volto
tenui riflessi che i lineamenti
tingono
e la mia pelle di Gioconda
avvolgono.

- Come in un quadro - mi dici,
e tu a dipingerlo:
con dolci tocchi
alla scena aggiungi Amore;

tocchi lievi
per riportare al reale
l’immagine mentale.

Infine cornice vi poni:
io quadro della mente cuore,
tu mio Pittore!
 

Il tempo dell’amore

Non d’orologio il tempo dell’Amore.
Ritmi altri, altri battiti.
Non conosce acciaio cuor che pulsa:
in dolci nodi ho i capelli avvolti
per ricordarmi i nostri appuntamenti
e sulla pelle tatuati ho i giorni.

Non di calendario
il palpitante tempo che viviamo:
tempo nel tempo, tempo di << ti amo >>.
I giorni non son tali,
non tali i luoghi.

Che età ho?
In che tempo?
Nata con te
di te mi nutro,
muoio in tua assenza.

Auree le ore
con te al mio fianco;
sospeso tempo
del nostro incanto!
E’ freddo o caldo?
Estate o inverno? E giorno o notte?

Zufola zefiro o spira tramontana
a sussurrarmi nelle orecchie
il nome?
Ogni rumore assorbe
respir d’amore
e attutisce e ovatta
l’inceder d’ore…
Quante dal nostro incontro? E l’anno?

Resta! Arresta il battito
a rendere eterno
questo nostro tempo!
 

Il lustrascarpe
Addis Abeba, maggio 2001

Prestami i tuoi occhi
e dimmi del lustrascarpe:
una manciata d’anni,
secchiello nella destra
e nell’altra una spazzola
con vernice nero-fame.

Tu, scarpe senza lacci
scarpe allacci e lustri agli altri
… anche se piove.
Ma altro che carità:
tu a farcela.
Quanta dignità 
nella tua povertà d’ebano!
 

Presepe di mare

A varco sull’acqua
s’aprono gli scogli;
in lontananza quella barca 
scorre
e col rosso si fonde
finchè arrossa e 
all‘orizzonte s’affossa.

Rapita mi volgo:
è già notte.
Trionfo di coppiette.
 

Pan per focaccia

Invito a cena:
furbo pretesto
per chi a tirarti
scherzo s’appresta.

Brodo in liquore
tavola in festa
ma l’invitato digiuno resta!

Pan per focaccia
l’invito a pranzo:
fresco il pesce
naviga trito.

E’ il recipiente
troppo alto e stretto
per chi ha un musetto
al posto del becco…

Leccando il vetro,
lo Scaltro s’aspetti
d’esser da esempio
a chi ha per denti
un lungo becco!


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