VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Marina Pizzi

   
1. Acqua tofana
2. La pozza marina
3. Nel sonno che accartoccia le persiane
4. Universali di pece
5. Nuvole sgozzate gazzarre di baci
6. La calamita del mulino a vento
7. Il viso della sosta



1. Acqua tofana

Di che pasta innata se ne sta
corsara sulla panchina
gli occhi in macchie di sangue
esangui
breviario di bestemmie l’iride:
rimasta cimasa ad accogliere cappi
alla nottata della giornata passa.
 

2. La pozza marina

In argine al vento
appendo il mio cipresso
arato dalle storie che non sentono
altro che lanugini l’atto di consegna.
Nessuna zolla remora di sé
(le remore gore delle resistenze)
anzi annotta la frotta del disperso
senza meringhe di apici di sguardi.
A tutto invalse l’ipotesi perché
e tiro dritta sul cipresso in resta
fuga marina la pozza.
 

3. Nel sonno che accartoccia le persiane

Nel sonno che accartoccia le persiane
la lapide del padre
sì mulinello il sindaco del sangue :
i figli panici negli strattoni
del torto di nascere a scemare,
le melodie di chi vanesio scioglie
scossoni neofiti sì
sassi di arringhe un altro ghirigoro
il tempo fuori.
 

4. Universali di pece

Nelle stoppie del pane vieto
la ruggine del sole
ricordo l’apice del ventre.
Alla scrivania senza sedia
trai la pagina numerata a salve
l’inganno dopo senza oltrevette.
Universali di pece
andirivieni i cieli
i velenosi pasticci delle cialde
nel lusso spasmo del vitale cappio.
 

5. Nuvole sgozzate gazzarre di baci

Nuvole sgozzate sopra tavolacci
nutrano smorfie di candori
lanugini del sì le sfatte forche.
Dopo la riforma contro la natura
nasca la notte senza le comete
di lucciole lese orfane di gatti
magnificati dalle meraviglie.
Indugi di vecchi i ragazzi vecchi
nutrano veglie di gazzarre i baci.
 

6. La calamita del mulino a vento

Ora stattene qui
se le tese lamiere della morte
strattonano andirivieni
sommano i sottratti.
Ben poca tana, lo so, la nebbia
che balbetta androni
né mai le bici madrine di futuro
né le ciliegie di orecchini al tempo.
Le goffaggini liete degli innamorati
hanno i brevetti delle gite paniche
il gerundio divino del perenne battito
l’alluvione del fiato dell’agnello
la calamita del mulino a vento.
 

7. Il viso della sosta

In che povere mani ci affidiamo
nel giorno che disprezza un altro giorno
nel peso di un cipresso verde fumo
intonacato il viso nella sosta
stando patiti ad un perno impresso
annodati a caligini e sorpassi.
Nella fossa che stermina la fine
nel taglio di finestra ancora un nome
bastonato dal mito della regola
solo stormo le ceneri
sminate dell’anima al corpo fuse.