VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Adriano Napoli

   
Le strade
Si deve tornare senza posa all’erosione. Il dolore contro la perfezione.
R. Char,Contre une maison seche

Via del Centenario

Qui ho imparato

il linguaggio analfabeta
della metamorfosi.
scivolano le parole
sul tuo corpo imponderabile
senza lasciare impronte,
ed io che vorrei dire tante cose
mi mangio le unghie
resto muto
La bellezza è senza voce
come la coda di un gatto
addormentato.

Strada per Castiglione

Ascolta l’odore del temporale e il raglio

del treno che da qualche parte arriva,
è l’amore invivibile che ci fa parlare
e gli alberi, gli alberi della gioia, del verbo
cento volte sussurrato nel sonno meridiano,
dal padre nascosto, dal passero inviscato
nel nettare del girasole, ah l’essenza
l’infanzia consumata che mi scortica
di baci e parole morte, bocca inutilmente amata
sapore di ciò che non è più eppure muore ogni giorno
tra colline petrose di aria di neve di colori assenti
caduti dalla tavolozza delle Leggende di Piero.

30 settembre 2003 -Arcavacata di Rende
a Caterina

Per le vie infallibili del sogno sono venuto

stanotte nella tua stanza a respirarti.
Tu sedevi sul tuo letto al 10 C, stringevi
tra le braccia la chitarra Ricciolidoro,
e ad occhi chiusi,le ginocchia premute
sul cuore , arpeggiavi il silenzio con la grazia
di un bambino che si addormenta

Nel Parco Guell

Aria felice, luce scavata dalla pioggia,

rarefatta in liquida insonnia
di prati, magnolie, tegole ventilate
dall’occhio inerme del calabrone,
tutto inutilmente eterno, anche il canto
del grillo, la corsa dei cani sul viale che mena
al promontorio dove una croce continua
a sanguinare nel crepuscolo catalano

Per la via di Giovi, venendo per caso

Mia strada, a te ritorno

quando smarrisco il sentiero,
quando la linea tracciata
si perde nei burroni tra le argille
e il sole assetato distende
come bianca spaziatura
l’orizzonte millimetricamente
Spartito della casualità.
Ti perdo e ti ritrovo quando
il cuore sentendosi perduto
si abbandona alle geometrie
della vertigine, con il moto
incoerente di un cane
azzoppato, o di un vecchio che fuma
in attesa di qualcosa nella nebbia,
mi piace guardare il passaggio
dei camion come fosse una carezza
che attraversa il tuo costato,
l’ironica pazienza delle donne alla fermata
della corriera, immobili come i corvi
sugli alberi della vendemmia,
mi piace sostare nel caldo della tua pagina
vuota, allungare il tragitto nella polvere
finchè un bianco scorpione mi trafigga
al punto giusto con l’unica parola certa:
Mia strada, un giorno mi dirai
dove il Tempo si svia.



Home