VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Roberto Mussapi

   
 
1. Il bosco bambino
 
Nato pagato con la metà dell'aria
della vertebra nera, dall'inciso
soffoco gridavo alle ombre dietro c'è il sole
gli occhi, le seppie sugli occhi di mia madre
a colpi a colpi sbriciolavo le cortecce
assordato dai crolli
gli alberi non hanno ferite o palpebre
sgominano bambini e sogni, e i sentieri
 
parlavo alla madre di sera:" Guarda
l'arcana linfa sull'erba
stremata" e ridevo.
 
2. Dicembre e i bambini in fila indiana
 
Dicembre e i bambini in fila indiana
escono dalle case come da pozze abbandonate
dalla luce, e i neri
cappotti scorrono nella neve
bersagliati da grida, ma non è
in loro, volti all'estuario ferito di canne
altro che la clessidra macerata dai passi
uno dopo l'altro, sempre uguali.,
 
e i disseminati
radenti voli, autografi
sordi nel cielo che preme
i rami degli abeti piegati in preghiera,
alla fine del passo e del ricordo forzato, al limite
del campo di prigionia e delle acque
nel confine e nel primo lavacro, ognuno nudo,
nevica
e negli occhi qualcosa fuoriesce dal passaggio:
nel comune dolore, io arrivai
mentre la neve cessava ma ancora
crepitava sotto i piedi, un'arcata
si apriva in fondo al viale
tra neri ippocastani come santuari di nascite
e in un furore crepitante di ombre li riconobbi,
dicemmo sì.
 
3. Il sonno degli eroi
 
Poi in pochi istanti discese il buio
e le anime si staccarono dai corpi prima del sonno,
si unirono all'ombra densa e irrorante
che era salita tra le finestre e i lampioni
e un'altro respiro unì i guerrieri sotto le stelle.
A terra, da qualche finestra brillava una luce
e nelle lunghe file dei marciapiedi le conche
lucenti e le arcate dei portoni indicavano la salita
che ognuno aveva compiuto nel declinare del giorno
verso il cuore segreto del palazzo e del tempo
nella stanza che aveva atteso l'ombra come una sposa
e che nel silenzio delle strade asfaltate, nel respiro
dei platani si congiunse al suo uomo
che chiuse gli occhi nell'abbraccio dele pareti
e in loro fu stretto e dormì guardato
dalla camicia appesa alla finestra come uno scudo
nell'ora in cui l'amico del giorno a venire
respirava il suo stesso respiro nell'ora
che il buio ancora ricordava nei rossi bagliori
lei che era passata sugli occhi e sui feriti
lasciando l'umida promessa della sua mano fatata,
la dolce, irraggiungibile, materna sera
 
 
4. A poco a poco la greve e aurata luce si condensò
 
A poco a poco la greve e aurata luce si condensò
sull'emisfero e sulla parte frontale del viso,
tra il centro della memoria e la parete della mente
dove nascono le domande con sfrigolare di pietra.
E gli alberi si piegarono, gli alberi del viale,
congiunsero le fronde e colpirono la volta,,
e io tra il denso abbraccio cercai le stelle,
e mi persi tra i tronchi ormai compatti,
indissolubile tunnel di pietra,
ma prima di poter muovere sillaba
di paura e di preghiera io caddi
sotto la volta terrosa, io fui sepolto
nel sonno che era stato cielo,
e io portai nel fondo la lucente
memoria delle stelle amate da bambino,
in quella terra, in quel viale,
in quello specchio non mio della mia mente.
 
5. Guardò ancora il batacchio, dove il volto era sparito
 
Guardò ancora il batacchio, dove il volto era sparito,
poi scrutò la porta dalla parte interna,
per paura che si sporgesse  Marlei col suo codino,
Ma c'era solo il batacchio inchiodato ai cavicchi e viti.
Così la chiuse con la violenza di un tuono
che risuonò nelle stanze superiori e in basso nei tini
come se il suono generasse tribù di echi.
Dodici lampade a gas, quelle delle strade,
non avrebbero illuminato il vastissimo atrio,
e l'oscura salita, l'ampio scalone,
un carro funebre ci poteva comodamente passare.
Immaginava il moccolo di candella lottante col buio,
le volte invisibili, gli echi appena finiti,
ma il buio costa poco, e per lui bastava.
Più della paura, più del vasto spazio alto e lontano?
Saliva, questo è certo, dimenticava gli echi.
Ispezionò le stanze, ricordando quel viso,
nessuno nel ripostiglio, sotto il letto, la tavola,
sotto il pentolino di brodo appeso alla catena del camino.
Perchè aveva il raffreddore, irrigidito
dal freddo dele ossa di cartapesta e del cuore.



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