VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Mariella De Santis

   
Normali ossessioni
Nemesi
Tra due dame
Questioni di gusto
La progressiva
Anforellula
(Im)posture



Normali ossessioni

Si chiamerebbe
"scene da un manicomio''
questo fìlm
in cui io divido
con una donna
instabile
incogniti momenti
senza respiri
senza parole
senza azioni
senza emozioni
Impietrite dal
furto originario
del bene che
ci apparteneva
ci contendiamo il
terrore per un
gesto che,
necessitante lo
strappo di un
cordone ombelicale
ormai marcio,
ci riavvicini.

Nemesi

Intorbidati i sensi
che ci servirono
per orientarci
verso un Senso

Sclèrosi progressiva
per prognosi di riscatto

Fiutai nell'aria
necessità di nemesi
 

Affidai a forze di natura
bisogni di volontà

Se iniziai dalla terra
o
dal cielo
ancora non affermo

Converto lo sforzo,
decifro regole,
inventario soluzioni,
e mi inerpico
verso
eventi in ascesa.


Tra due dame

Ti piacque quella dama verdolina
composta e armoniosa.
La punta d' amarognolo però
non avevi immaginato
e ti mancò il mio odore
di rosa e di lampone.
A me il maschio piace
frizzante e delicato
e mi nascosi lesta
tra il rovere e il castagno
lasciandoti avvampare
per l'ira e il dispetto.
Poi verso il prato
deciso m'accostasti
rapido placando
con nerbo e autorità
quella mia grande fame
(imp)avida di te.
 

Questioni di gusto

Tu gradisci le annate che reggono
lunga conservazione, ma rapido
ti accosti a chi pronta è da bere
per il gusto di scovare
nel bouquet la differenza.

ma se da te scosto l'ambra dello sguardo,
la mandorla vellutata e il fiore rosa antico,
sfumato mi raggiungi facendo
il liquoroso e poi spuma vivace lasci che io beva.

La progressiva

"Ma tu - mi chiedi - come mi sopporti?"

Non dirmi che non sai
la regola sapiente
per la migliore scelta
dai temperati ai forti
va il maggior piacere.

Forte tra tutti i forti
a te mi son fermata
chè se "pas doses" ti offro,
"pas d'eros" rispondi.

Anforellula

Un' anfora sono e in me ti versi
tu prendi metti lasci e ricominci
io premuta, sfinita, macerata
non altro chiedo che un breve riposare.
Pago mi lasci quieta appassire:
tu mi vuoi a lungo serbare

(Im)posture

Venti anni distesa puoi tenermi
in piedi ti prego, non più di quattro

delle tue gemme preferisco il rubino
ma a quel lieve riflesso d'arancio
m'inchino gustando la vena rotonda.

Se dolce ti desidero, secco ti ritrovo
variabile sapore ha il corpo tuo nervoso.


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