VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Antonio De Marchi Gherini

   
1. La casa Migliore
2. Negli occhi
3. Il sentiero scomparso
4. Mio padre
5. Topo
6. Sogno
7. Amore in novembre
8. Vuoto
9. Contrade umide
10. Forse
11. Ora non sappiamo




1. La casa Migliore

Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
il mondo, e più di lor non si ragiona.
La sera del di festa, vv.38/39
Giacomo Leopardi
Si sta bene qui, in riva al lago
in questo tenero mattino d'aprile che avanza.
L'aria è tiepida, la brezza ci carezza
e i cardellini sul salice trillano con grazia.
Sotto gli alberi in penombra
attaccano i grilli l'antica sinfonia.
Per un giorno almeno
non voglio interrogare
l'alfabeto delle cose.
Per un giorno almeno
voglio pensare
che questo mondo
che ci è toccato in sorte
sia la miglior casa
dove abitare.

2. Negli occhi

E viene fuori uno che mi fa
…é l'ansia, la fobia, la psicosomatosi
non hai ben digerito
la regola perenne:
tenere la testa china
e sgombra di pensieri
ma tutto attorno è un ciangottare
un querulo frastuono
Poi a tratti qualcuno
stacca la comunicazione
(cade la linea)
e allora è un correre agli specchi
un occhieggiare all'anagrafe
per prendere le misure
(probabili o credibili)
per calcolare quando lui si fermerà,
immemori del fatto
che mille volte siamo morti
soltanto
guardandoci negli occhi

3. Il sentiero scomparso

Tu non ricordi, non puoi ricordare
quel chiassoso sentiero ondulato
che a bozzi e a balze
s'insinuava serpentino
costeggiando il torrente Liro
e menava dritto al lago.
Ora ci hanno costruito un grande ospedale
che raccoglie tutti i mali del mondo
ed è calvario triste e doloroso.
Allora no, era gioia di bimbi
risa d'argento e d'oro
che si frangevano al sole.
Tu non ricordi, non puoi ricordare
il profumo delle acacie a primavera
che ci inebriava fino quasi a stordirci
e lo sciame d'api che inseguiva la regina.
Tu non puoi ricordare perché ero fanciullo io
e tu forse eri appena nata.
Poi non erano cose da femmine le guerre
gli agguati e gli scontri tra bande rivali.
Avevamo una fortezza ben celata
allestita in una fossa di una morta gora
ricca di cavedani e vaironi.
Il tempo passa e cancella ogni cosa
ma dentro la memoria stanno
ben allineati i volumi illustrati
della nostra infanzia.
Ora la vita è spesso in bianco e nero
a volte lo schermo è a righe
e a tratti anche il segnale manca.

4. Mio padre

Sapeva di vino e tabacco
ma anche di menta e di boschi
mio padre fu un uomo lontano
mai si arrese ai suoi figli e al destino
soltanto sul letto di morte
mi strinse la mano e non la lasciò più.

5. Topo

Ti piaceva giocare al gatto e al topo
del topo già si sa chi dei due fosse.
Io per eccesso di sensibilità ero tenero
come un bimbo che si scioglie
in grembo alla madre che lo coccola.
Poi d'improvviso il magico momento
svanì nel nulla.
Il topo si finse leone e fu la fine.
Mi hanno detto che dei tuoi amori
di questi vent'anni trascorsi
non se n'è salvato uno.

6. Sogno

Ti distendi quieta e sospiri
mentre fra noi la notte zittisce
anche l'ultimo latrare dei cani.
Guardi il soffitto stranita
e il tuo cuore colgo nell'attimo
di un silenzio che non posso valicare,
ti prendo la mano e ascolto.
Certo so che stai passando in rassegna
questa marea di giorni che ci lega.
Certe sere camminiamo in bordo ai suoni,
ci giungono stonate note
pause d'ansia come fiamma che s'affioca.
Forse amare è questa quotidiana
lotta contro i silenzi delle pause,
un remare sordo per risalire la corrente
ritornare al punto alfa.
Tutto ciò che siamo e che sembriamo
altro non è che sogno dentro un sogno.

7. Amore in novembre
Questo è quel mondo? questi
i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
onde cotanto, ragionammo insieme?
A Silvia, vv.56/58
G. Leopardi

Di quello che ti volevo raccontare
mentre il giorno si disfa in silenzi e ombre vaghe
solo la notte conserverà memoria
questo è il prezzo da pagare al dubbio.
Dicono che forse torneremo
sotto altre spoglie e in altre terre,
come se non bastasse questo esordio
questa commedia che si recita a soggetto.
Pallidamente credo d'essere esistito
ma questo lago grigio e oscuro
tu fata Morgana e io mago Merlino)
uno scrigno gravido d'incognite
che muove ombre e fantasmi dissepolti
anche in questa notte di novembre
mentre lenta la tua mano scivola
e s'adagia sulla mia e il cuore rabbrividisce.
Una notte fra mille solitaria e ostile
smarrita sulla soglia e tu non sai
fino a quando il tempo berrà dalle vizze corolle
dei nostri giorni ripetuti e stanchi.
E intanto l'umida stagione avanza
e l'anima si fa diafana
un cristallo fragile che si appanna
sul punto di cadere in frantumi.
Cosi ce ne stiamo tra noi bisbigliando rade parole
come le gocce d'acqua che scivolano sui pioppi
inseguendo le ombre che sciamano
in sghembe processioni verso l'ignoto e il nulla.
C'è una struggente bellezza nel giorno che si chiude
il ritorno all'assenza.

8. Vuoto

E tu credi ancora
alla forza inesausta dei tuoi anni
non più giovani
ma ancora indenni
succhi i giorni avidamente
convinto
(chi è quel demiurgo
che da qualche parte ha scritto
“... va il mondo t'appartiene”)
se mai ci fu un'epoca
che non è nostra
è questa, amico
credimi
non vedi come boccheggiano
le anime
appena stacchi
il vortice delle immagini

9. Contrade umide

Vai per contrade umide, aggrovigliate
come i tuoi pensieri in disarmo
più ricordi che desideri per il domani.
Ben ti rassomiglia quel vecchio
che tossicchiando traversa la via
in una sera gelida di gennaio
e scompare ingoiato da una porta.
Ci furono altri rientri, altre contrade
a passo spedito con il canto in gola
che esplodeva come i mortaretti a San Silvestro.
Ora ti rimangono questi scampoli
questi scarti di memoria disordinati
e sei solidale con Nietzsche che a Torino
abbraccia il cavallo e si perde
nella notte della sua follia.
Solo dalle finestre socchiuse ti lambiscono
lampi di luce e voci artificiali
e ti chiedi se tempo non sia venuto
di chiudere i battenti su questo secolo
partito male ancor peggio finito
che virtualmente ti ha dato il cielo
ma in realtà ti ha tolto tutto.

10. Forse

Ricorderemo (forse)
dall'immutato luogo
dal quale provenimmo
tutto questo vaniloquire,
intercettare, decrittare
interpretare “comprendere”
0 forse fummo solo
sogno
fantasma
bolla d'aria
ombra
rugiada scintillante
di primo mattino
o soltanto
bagliore di un lampo.

11. Ora non sappiamo

Ora non sappiamo
se dopo questo mille
caotico e ciarliero
vedremo ancora a primavera
rondini vere
o solo uccelli di metallo
che solcano cieli bigi.
Di certo resta questa indomata
voglia
che infine l'uomo smetta
di divorare tutto.


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