VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Antonietta Dell'Arte

   
1. Corpo in veleno in coppa fantasia
2. Ciabatte
3. Ofelia
4. Caccia alla volpe
5. Frana il giorno
6. La luna sale lenta
7. Non da passeggi
8. Credilo indifeso




1. Corpo in veleno in coppa fantasia
a Michele

virus inghiottono
gli ultimi tremiti
e raggi del giorno
in prima linea vincitori
dall'altra barricata
briciole di parole fantasma
l' antonia ha dita senza presa-
rami induriti nel gelo-
diavolerie che insistono
a devastarle il sangue
com'è triste l'antonia
davanti alla coppa fantasia
panna come neve calda
appiccicosa nella bocca di scirocco
attenta gli occhi si chiudono attenta
come sempre è l'antonia
che porta michele al bar
alle porte del sole
la coppa è finita
rhum veleno e cioccolato
ora - dice - apro la finestra
e mi butto ma alla finestra
ci sono i bambini
tutto inizia da lì
rami di pesco contro gli occhi-
se almeno li vedesse
ne hanno fatto melma del suo prato
ma vanno in fondo fondo
sul fondo della coppa
oppure sotto il tappeto delle auto
ma c'è la strada che brilla champagne
sui denti dei ragazzi che volano

o sottoterra per farla finita ma
c'è il cresposo terriccio
le promesse dei petali all'alba
la rugiada che si scioglie
sul viso e michele
che guarda l'antonia senza parlare

la strada va per la sua strada
nelle luci che trafiggono la notte
neppure il cane che piscia
ai piedi del semaforo
può sognare un albero fiorito

2. Ciabatte

raggi di sole raccolgono
da uno spiraglio a spada
nella stanza scandiscono
il tempo - incontriamoci
nel cuore della rosa nel
seme delle albe ballerine

nella intersezione delle mattonelle
depositano un canto che sale
che sole solo in cima al pensiero
la sera esplode carte
parole e gesti riposti
hanno il giusto valore nei cassetti

(dormono mai le ciabatte? )
 a volte notti di insonnia
e a volte notti come questa
d'amore così intenso
d'accendere tende e finestre
diventano stivali che il mio
gatto indossa e prendono il volo
il dentro è fuori - castello fatato-
ritornano con i venti in poppa-
sotto il letto una tempesta-
sbirciano e origliano
intanto che facciamo 1'amore
ridono


3. Ofelia

il fiume portava via
le ossa di lei e lei
portava via il fiume
non è il caso- diceva-
restarti impigliata
e sui rami le strane voci
né degli uccelli  né del vento
semmai del silenzio
sono di convenienza

quale parola riempirà
quel becco di corvo della memoria
meglio dissolvere le penne nere
se il fiume deve scorrere
che vada verso il mare

(le sue ossa fiorite di licheni
a nastro e muschio)
chissà quali germogli ancora
e comunque irrintracciabili
i bei baci sulla bocca

basterà che io butti
la mia dentiera nel fiume
perché mi riconosca-
se in qualche angolo
splenderanno i suoi occhi-
o la mia mano dovrà rompere
i gorghi per carezzarle i capelli
che sapevano di eterno
tanto erano scuri (?)


4. Caccia alla volpe

La fuliggine appanna
l'a-ria dell'alba
bagnata dagli odori
verdigrigi
paludose - appiattite distese
il corno sbava richiami
di ci-viltà
dalla bombetta
fuliggine orrori primitivi
movimenti d'alto rango
che non muta niente
come mangiare il pollo
con forchetta e coltello
''rosseggiava la sua pelle
ingoiava lucciole nella corsa spente
era sudore e sembrava seta
era orchestra il bosco e inferno"
la punta del fucile
al buco della roccia
da nessun punto
spiragli di luce
che potesse penetrare la fine
il colpo stacca la corsa
i cani raspano arricciano
i denti sba                     l'uni
                 va                        verso
brucia l'erba alle radici
la bombetta in cima
fumano gli speroni
le bocche dei cavalli
(incontrarli gli uomini
studiarli Darwin!)
''volpe marina dalle squame rosse
dal fiume del male
tornerai mai nel bosco?"
 sgòcciola l'ansia
la pioggia scioglie il tuo rosso
ed io alla finestra immobile
l'occhio fino all'ombra
fino al ritorno
all'ultima farsa
degli uomini piccini
nelle tue zampe la fine
il corno cornacchia zittisce
il rito è compiuto
conto conticino
ogni tasca ci ha un codino
e godino e godà
la volpe mangia la gallina-
bella volpe in salmì-
l'uomo mangia te e la gallina
il bel gioco giochino giocò
un po' bizzarro strano bizzò
che mangia l'uomo
te e la gallina
sai di chi è
bella volpe del bosco?

5. frana il giorno

frana il giorno dentro
gonfi pistilli inodori
è che io non ho molti
domani da infiorare
la terra del mio vaso
è pietraia e dei fiori
 dei profumi non il ricordo
li ha mangiati la terra
che puntuale a marzo li rigenera
in metamorfosi
avrò altri occhi
forse più tranquilli
non so come farai
a riconoscermi
ricordami pure come vuoi
costruisci castelli
rifammi splendimi nuota
negli oceani che ti lascio
nei gorghi
poi fammi sapere
se tutto ciò non ti ubriaca
non ti rende naufrago
anche se altro non vorresti

 

6. la luna sale lenta

la luna sale lenta
oltre il versante della speranza
il giorno è lento
dopo la turbolenza
della notte estiva
 

lei deve proprio suonare
i campanelli che dici
giapponesi - far ridere
rincuorare come la lepre
se si allontanano i cani

ma rifletti come senza sobbalzi
ma sempre sempre va condotto
un amore per mano
con le tasche piene di pioggia

di come una parola va detta
per crescere l'erba di una pagina
se la luna non incendia la montagna

il cervo annuserà l'aria

il gatto la preda l'uomo
l'ombra che sale

7. non da passeggio

non da passeggio
cane di passaggio
fra la spazzatura
a due passi dal treno

orrere prendergli
un pezzo di pane
riscattare il Dettato
imposto azione arbitraria
che ha il sapore dell'acqua

nella calura
porgere la mano rara
dove s'annida
il senso di un nido
incontrarsi con gli occhi

dopo lei ha
la testa nell'orto

Diamante, 4-8-89

(da "Per mancato recapito" - 1993)
 

8. credilo indifeso

credilo indifeso
questo esercito di formiche
se lo lasci tranquillo
divora il tuo giardino

nei rapporti degli elementi
si slabbra l'equilibrio
e si alza il vento maldestro

un figlio nasce si modifica
si stacca dall'ombelico
s'attorciglia a tronchi
estranei nel cammino
incontra acqua e deserto
scivola sulla fissità
di una luna lacerata

rinasce allontanandosi
ritorna all'ombelico ama
le favole nuove che inventa

un figlio è come il pensiero
lo ritrovi e lo perdi in ogni istante


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