VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Almanacco di poesia



Paola Bagnasco Sinopoli

 
Ritorno a Tycho
Preghiera di robot
Notturno
Le larve del quarto pianeta


1. Ritorno a Tycho

Vaga
lo sguardo
su cupole argentee,
mentre i nastri
si svolgono
al piede
d’acciaiosi giganti.
Le guglie irradiate
riflettono sprazzi
di cielo
e ombreggia il suolo
un artificio di nube.

Ora,
siamo tornati
a Tycho,
sale alla mente
l’eco di passi sonori
su altri selciati.
Qui godiamo
metalli puliti;
diversi i rumori,
i colori, le essenze.

Non giù,
non serve andare
a un fangoso pianeta,
ma riposare, restare,
cullarsi
in questo universo
di luci di sogno,
e sognando
costruire ancora
atmosfere viventi
nella memoria.
 

2. Preghiera di robot

Fa’ che non sia
soltanto
un guscio vuoto
questo insieme
di leghe
e positroni.
E che io pensi
prima di parlare,
e la favella
canti buoni auspici.

Fa’ che nel finto
sonno simulato
la notte di consigli
sia presaga.
E che guardare
a te mi sia concesso
pensando, un giorno,
pure se lontano,
di avere anch’io,
come una carne viva,
un’anima
pulsante
eternamente.
 

3. Notturno

Già ci accostiamo
felici
al prato cinto
di brina
su cui coricare
gli spasmi
del giorno finito,
…A Nord…
E, mani incrociate
dietro la nuca,
seguiamo celesti
sentieri di luci.

I verdi giganti
a guardia
scuotono chiome
presagio di eoli
in corsa.
Le fate, forse.
E ancora giungono
voci, sussurri,
colpi smorzati
da stronchi
riversi.

Forse una corte
antica,
impressa in perdute
memorie,
ci spia.
Brillano ambi
di gialli gioielli
da pietre incavate
e su incroci di rami.

In questa solitudine
affollata
è lieve, finalmente,
cancellare
coi brividi agli occhi
i lampi di un incubo
urbano
che si rincorre
da tempo
ad ogni fonte di sole,
…Più a Sud…
 

4. Le larve del quarto pianeta

Spersi noi siamo
sui rossi
canali.
Non strida,
non vento,
non maglio
che batta;
dagli aridi
suoli,
dai gorghi
già estinti,
non sale
un sospiro,
non più…
Non più
battaglie tonanti.
I waldi
già spenti
non cantano
nota,
le belve
di ferro
rosseggiando
in stasi.
Le frasi
silenti
scambiate
da estinti
aleggiano
trite
sugli alvei
morenti.
Tu, frigido Ares,
perché non
risorgi
da ceneri ardenti?
Non fendi,
non scocchi,
non lanci più strali?
Non più…
Non più…
Spersi noi siamo
sui rossi
canali.


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